L'esperienza cooperativa nasce intorno al 1840 nei settori dove l’iniziativa privata non è in grado di conciliare l’aspetto sociale con quello economico.

In genere, in ogni paese prevale una diversa tipologia: le cooperative di consumo nel Regno Unito, di produzione e lavoro in Francia, agricole in Danimarca e le banche cooperative in Germania.

In Italia il Credito Cooperativo si prefigge fin dalle origini obiettivi di utilità sociale, rispondendo alla necessità di liberare le fasce più umili della popolazione dalla miseria e di contrastare l’usura. La prima Cassa Rurale nasce il 20 giugno 1883 a Loreggia, in provincia di Padova, ad opera di Leone Wollemborg. Riunisce 32 soci fondatori, soprattutto contadini e piccoli proprietari terrieri.

Con l’emanazione nel 1891 dell’Enciclica Rerum Novarum da parte di Leone XIII, che invita i cattolici a dare vita a forme di solidarietà tese a favorire lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano, sorgono le prime Casse Rurali di ispirazione cattolica: il primo ad avviarle è don Luigi Cerutti.

Nel 1897, dopo soli 15 anni dalla costituzione della prima banca, sono presenti ben 904 Casse Rurali, dislocate principalmente in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Di queste, 779 sono di matrice cattolica e 125 di ispirazione liberale.

Fin da subito, le Casse Rurali avvertono l’esigenza di fare sistema per valorizzare la cooperazione e favorire il raggiungimento di obiettivi che non potrebbero conseguire singolarmente. Nel 1905 viene fondata la Federazione delle Casse Rurali, che a sua volta promuove la costituzione di numerose Federazioni locali. Nei primi quindici anni del XX secolo la cooperazione continua a crescere, al pari di tutta l’economia italiana, dimostrando di essere un fenomeno destinato a consolidarsi.